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Quando la persona desiderata sparisce (o riappare): come gestire "ghosting" (e "orbiting")?

Quando, in una conoscenza a scopo sentimentale o sessuale, un individuo della diade smette, all'improvviso e senza motivo, di dare notizie di sé, si parla di ghosting, dall'inglese ghost, fantasma, appunto. Quando, invece, dopo essere sparito per lungo tempo, riappare, sempre all'improvviso, circuendo la malcapitata vittima, per poi scomparire nuovamente e riapparire e scomparire a intermittenza nell'arco di uno o più anni, si parla di orbiting, vale a dire "orbitare", come fa ad esempio la luna intorno alla terra. Questi comportamenti, favoriti dall'uso della messaggistica istantanea in luogo del parlarsi vis-à-vis, sono spesso indice di gravi turbe affettive da parte di chi li mette in atto. Tali turbe possono talvolta essere generate da frustrazione e rabbia per situazioni della propria vita che vengono così agite contro la persona che mostra interesse verso di loro, che si immola quale recipiente della loro aggressività silenziosa. Talvolta si tratta di persone che hanno subito gravi e precoci abbandoni (per esempio di una figura genitoriale), che hanno problemi di fiducia verso gli altri perché temono sempre di esserne "fregati". Potrà essere capitato prima a loro di avere un genitore separato, generalmente il padre, che magari non manteneva una promessa fatta e poi si ripresentava come se nulla fosse. L'attesa non soddisfatta e il dolore della delusione, uniti alla beffa di non vedere neanche riconosciuti i propri sentimenti.

Cosa fare, dunque, se "LUI" o "LEI" scompaiono all'improvviso, senza motivo (ghosting) e se, eventualmente, ricompaiono a intermittenza come se nulla fosse (orbiting)?

Come visto sopra, occorre innanzitutto ricordare che si tratta di comportamenti generalmente agiti da persone con turbe affettive. Premetto che non esistono strategie valide sempre e comunque, ogni caso è diverso, anche se si ravvisano pattern comuni che li fanno sembrare simili. Il ghosting può destabilizzare l'equilibrio psichico anche della persona più sana mentalmente perché, in assenza di una motivazione riconosciuta come valida, non è possibile iniziare il processo di elaborazione della perdita e si rimane intrappolati in un loop di angoscia che mina l'autostima facendo sorgere dubbi sulla propria personalità, il proprio modo di comportarsi e la capacità di farsi amare. L'orbiting, agito anche solo con like casuale a una foto postata sui social media, è altrettanto insidioso perché lascia un dubbio, seppur minimo, che si possa riallacciare la relazione con quella persona. Ad ogni modo, il punto di partenza per liberarsi da questa situazione è sempre se stessi e la propria autostima. Se non possiamo cambiare il loro comportamento, sicuramente possiamo cambiare il nostro. Concentrarsi, dunque, sul proprio valore e capire quali sono i limiti di ciò che si ritiene accettabile. Se questo gioco del "ci sono-sparisco-ritorno-risparisco" non ci diverte più, anzi ci fa soffrire molto, forse la persona che evidentemente si diverte ancora a farlo con noi ha superato il nostro limite di sopportazione.

Ma allora, perché continuiamo a giocare?

Uno dei motivi è probabilmente da rintracciarsi in una risposta di condizionamento. In passato, quella persona ci ha fatto provare forti emozioni, pertanto il nostro cervello associa il suo volto, o addirittura semplicemente il suo nome visualizzato tra i messaggi di WhatsApp, a una forte eccitazione, con picchi di ormoni quali serotonina, dopamina e noradrenalina, che modificano il nostro normale funzionamento. Sì, è come se avessimo assunto una sostanza psicotropa, tipo una droga eccitante. Deponiamo la nostra razionalità e ci tuffiamo nell'ennesima ricerca della delusione. Mentre il "fantasma orbitante" rimane molto lucido e anzi agisce in questo modo proprio per non coinvolgersi emotivamente e per mantenere il controllo su di noi, cosicché potrà entrare e uscire da questa "relazione" tutte le volte che vuole. Utile se, per esempio, lui o lei hanno già una relazione stabile, convivenza o matrimonio.

Allora ci si può domandare: fino a che punto sono disposto/a a farmi manipolare da qualcuno che prova soddisfazione e scarico della sua frustrazione nell'accendere e spegnere a suo piacimento le mie emozioni?

È importante capire che quella persona sta solo giocando. Non vuole, né è in grado, di soddisfare i miei bisogni profondi di affetto, stima, accudimento. Le emozioni sono come i bambini, se li lasciamo troppo liberi si divertono tantissimo, ma possono farsi del male. Come con i bambini, occorre educare le nostre emozioni. Dare loro il giusto spazio di espressione, perché se le reprimiamo eccessivamente, prima o poi esploderanno. Una psicoterapia può aiutare a gestire la propria emotività.

Tornando alla questione del cosa fare quando il fantasma sparisce, una strategia, non sempre consigliabile, è quella di cercare il confronto pacato. Alcuni individui, spesso con personalità borderline, sono veri e propri "vendicatori" e arrivano alla persecuzione, alla distruzione di proprietà e all'aggressione verbale o fisica di chi li abbandona con una valida spiegazione, poi figuriamoci di chi addirittura sparisce (il film Attrazione Fatale lo illustra magnificamente). Questa non è certo una gestione funzionale della situazione (anche se è umano sentirsi vendicati quando i "fantasmi" incappano nei borderline), ma provare a ricercare un contatto può aiutare a uscire dall'angoscia del "non sapere perché". Si può continuare a inviare al "fantasma" messaggi positivi a intervalli regolari, anche in assenza di risposta, chiedendo gentilmente un riscontro. Si può scrivere una lettera parlando dei propri sentimenti e di come ci si sente in prima persona (non come lui/lei sia da biasimare per averci fatto soffrire), da inviare per e-mail o anche per posta tradizionale, se hanno bloccato tutti i contatti elettronici; oppure, si può cercare un incontro "casuale", magari sotto casa o al supermercato. Attenzione, però, a non sconfinare nello stalking, o comportamento persecutorio, che è un reato penale. L'obiettivo non deve mai essere "voglio riconquistarlo", ma "voglio che mi riconosca il diritto di avere un spiegazione al suo comportamento". Spesso un "non mi piaci", "sei una squilibrata", "ho di meglio da fare" ci può aiutare a passare oltre molto più facilmente di un silenzio. Ma, ripeto, occorre molta stabilità mentale per riuscire in questa impresa. Il segreto sta nel mantenere il controllo, perché il "fantasma" farà di tutto per farcelo perdere. È così che ci tiene in pugno. Come nell'interazione bullo-vittima, il bullo si sente forte fintantoché la vittima è reattiva, si arrabbia, piange, urla, minaccia o implora di essere lasciata in pace. Tutto questo non fa che confermare nel bullo la sua capacità di controllo e il suo potere. La vittima del "fantasma" è tale perché è emotivamente ricca, empatica, disponibile, corretta, infatuata o innamorata. Tutte qualità che il ghoster conosce e sfrutta per permettersi di ritornare. Se sapesse di avere di fronte una persona forte, inflessibile, sicura di sé e, dato non trascurabile, con una vita piena di relazioni sociali e interessi, non si sentirebbe in grado di coinvolgerla nella sua misera rete manipolativa.

In conclusione, ghosting e orbiting sono comportamenti disturbati. Chi riceve tali comportamenti è spesso emotivo, empatico, infatuato o innamorato. Chi li perpetra lo sa bene e per questo ne approfitta. Lo fa perché probabilmente ha turbe affettive e/o ha subito comportamenti simili, talvolta dalle stesse figure genitoriali. La via di uscita se ci si ritrova coinvolti è complessa, ma percorribile. Ignorarli sarebbe la strategia migliore, ma, se non ci si riesce, è possibile cercare un contatto civile, meglio se di persona, allo scopo di comunicare come ci si sente e chiedere garbatamente una spiegazione. Cruciale è concentrarsi sul proprio valore e sulla soddisfazione dei propri bisogni profondi di affetto, stima e accudimento, che queste persone non possono in alcun modo assicurare, non per colpa, ma per reale incapacità. Dato il loro difficile passato e l'instabilità nelle relazioni (anche quando smettono di "orbitare"), si tratta di "persone tossiche", da cui, se possibile, sarebbe meglio stare alla larga in una relazione. Se vi riconoscete in questa descrizione, sarebbe forse utile ricorrere a una psicoterapia per rimuovere i blocchi affettivi che causano sofferenza a voi e a coloro che vi stanno intorno.


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